Stabilimento Chimico Engelhard - Eventi 2006

Il 10 marzo 2006 la Regione Lazio, con Determinazione Dirigenziale N° 8/2006, sostituiva il vecchio Decreto N° 117 del 1 agosto 2002 con alcune modifiche e in particolare specificando la quantità autorizzata per la pirolisi di catalizzattori  esausti contenenti sostanze pericolose

Autorizzazione della Regione Lazio - Determinazione Dirigenziale N° 8/2006 (file.pdf 555 kb)

Il 13 marzo 2006 la Provincia di Roma, con Determinazione Dirigenziale N° 101/2006, rinnovava le autorizzazioni alle emissioni in atmosfera fino al 31 ottobre 2007. Data, entro la quale dovrebbe essere perfezionata la nuova “Autorizzazione Integrata Ambientale” e suscettibile di ulteriori proroghe, fino al 31 marzo 2008

Autorizzazione della Provincia alle emissioni in atmosfera - Determinazione Dirigenziale N° 101/2006 (file.pdf 396 kb)

Il 14 Maggio 2006, in piena campagna elettorale per il Sindaco di Roma, il Quotidiano La Repubblica pubblicava la notizia: TIBURTINA VALLEY – VIA IL COLOSSO USA -La Fabbrica Engelhard trasloca al suo posto Case e Uffici. Il 4 maggio 2006 era stato firmato un protocollo d’intesa tra l’Assessore all’Urbanistica, On. Morassut, e la Engelhard srl. L’accordo prevedeva la concessione a costruire sui 55.000 mq di terreno della Fabbrica una volumetria di 50.000 metri cubi di abitazioni e direzionali in cambio della sua delocalizzazione

Articolo sul quotidiano La Repubblica con Protocollo d’intesa per la delocalizzazione della Engelhard (file.pdf  691kb)
Protocollo d'intesa  tra il Comune di Roma e la Engelhard per la delocalizzazione delo stabilimento (pdf  817 kb)

Il 13 marzo 2006 in un incontro pubblico presso la Regione Lazio, il Dr Stefano Montanari, Direttore scientifico del Laboratorio Nanodiagnostics di Modena, ha illustrato gli effetti delle nanoparticelle PM2,5

Che cosa sono le nanopatologie? (file.pdf  248 kb)

 
Nel giugno 2006 la multinazionale tedesca BASF rilevava la Engelhard internazionale, e con essa lo stabilimento di Roma

Il 15 novembre 2006, i Comitati ricevevano dalla ASL RMB la documentazione con i risultati delle indagini epidemiologiche ed ambientali concluse il 3/11/2006 (Prot. n. 941/DP/06). Qui di seguito vengono riportati i principali documenti delle indagini

Relazione della ASL RMB sulle indagini ambientali ed epidemiologiche riferite alla Engelhard srl (file.pdf  410 kb)


INDAGINI AMBIENTALI

I Comitati osservano: 
Da un esame complessivo si evidenzia che
le indagini ambientali e il monitoraggio biologico effettuati si sono limitati a metodiche di rilevamento di breve periodo. Invece sono state tralasciate alcune ricerche di lungo periodo che avrebbero permesso di accertare con maggiore certezza i livelli di inquinamento. Per esempio non è stata effettuata nessuna ricerca degli inquinanti nel suolo circostante lo stabilimento per verificare l’entità delle ricadute nel tempo. Nessuna ricerca di microinquinanti è stata fatta inoltre nei sedimenti dell’Aniene, dove vengono versate le acque reflue, tra l’altro provenienti da un impianto di lavaggio dei fumi di un postcombustore. Inoltre non è stata fatta nessuna ricerca in merito all’inquinamento delle falde acquifere dell’area. Né si è pensato di utilizzare campionatori a basso volume, come i dicotomi, per determinare i microinquinanti nel materiale particellare sia delle PM10 che delle PM2,5 che altrimenti sfuggono al controllo. Le nanoparticelle (PM2,5 e inferiori) si formano soprattutto in presenza di postcombustore, cioè a temperature molto elevate, come nel caso dell'inceneritore della Engelhard/BASF. Studi recenti indicano le nanoparticelle come i principali fattori d’insorgenza dei tumori dal momento che attraversano facilmente tutte le barriere accumulandosi all’interno delle cellule (Che cosa sono le nanopatologie? (file.pdf  248 kb). Da qui la necessità di un monitoraggio biologico che tenga anche conto delle sostanze bioaccumulabili.

Anche prescindendo dalle modalità con le quali sono state condotte le indagini, i risultati descritti nella relazione indicano in modo inequivocabile che alla distanza di 290 metri (centralina n. 4 – via di Salone – CET) e 315 metri (centralina n. 2 – area commerciale Lolli) le ricadute di alcuni inquinanti risultano rilevanti. In particolare nelle conclusioni è riportato “…. le postazioni n. 4 e n. 2, più vicine allo stabilimento, alla distanza di circa 300 m dai camini evidenziano valori di concentrazione di un metallo prezioso come il Palladio (Pd) costantemente superiori alle altre, mediamente di circa 1 ordine di grandezza …. Una configurazione simile si può osservare per i dati relativi alle polveri sedimentabili (deposimetri) relativamente alle postazioni n. 4, n. 2 e n. 1 (postazione n. 1 – 360 m -via di Salone – Laghetto di pesca sportiva). …. Per quanto riguarda le Diossine, si evidenziano valori diversi a seconda delle postazioni con una prevalenza nella postazione n. 4 per la quale si hanno valori di PCDD (policlorodibenzodiossine) +PCDF (policlorodibenzofurani) rilevabili in tutti e due i periodi considerati di 6,32- 23,2 espressi come I-TE pg m2/d espressi come I-TE. Tali dati appaiono superiori a quelli rilevati in altre aree italiane (Tab.1). La postazione n. 4 è la più vicina allo stabilimento (circa 290 metri) ed è situata in quella che appare la zona di maggior ricaduta…..”.

TAB.1 -  PCDD/PCDF rilevati nelle deposizioni di alcune aree italiane (pg I-TEQ/ m2/d)

AREE ESAMINATE

NORD ITALIA

SUD ITALIA

Zona rurale remota

1,3 - 2,7

1,2 - 2,2

Zona urbana (città)

1,2 - 4,8

-

Zona urbana (paese)

-

1,6 - 1,7

Vicinanze area industriale

1,3 - 5,1

1,6 - 2,1


Siti di posizionamento delle centraline intorno alla Engelhard (file.pdf  501 kb)

Le ricadute al suolo delle emissioni sono influenzate dalle condizioni metereologiche e quindi stagionali. Lo studio ha evidenziato che “…..facendo riferimento ai dati meteo registrati presso la stazione di Ciampino….Le direzioni di velocità del vento mostrano caratteristiche nei quattro periodi stagionali come illustrato nella figura. Il periodo invernale è caratterizzato da venti prevalenti da Nord Nord-est e Sud-est; nel periodo primaverile diminuiscono le frequenze da Nord ed aumentano le frequenze del settore che va da Sud-est a Sud-ovest. Il periodo estivo è abbastanza simile a quello primaverile con un leggero aumento delle frequenze sud-ovest mentre il periodo autunnale tende a quello invernale mostrando valori di frequenza maggiori per venti da Nord Nord-est ed Est Sud-est” 

Ricadute al suolo delle emissioni in relazione ai venti prevalenti (file.pdf  1202 kb)

In merito alle indagini ambientali la ASL RMB così conclude: “Sulla base di questi dati è convinzione degli scriventi, suffragata dagli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’ISPELS DIPIA che, data la continuità dell’area industriale con gli insediamenti civili,, sia opportuno mantenere da parte delle Istituzioni competenti una sorveglianza ambientale che consenta di tenere sotto controllo le deposizioni e gli eventuali risollevamenti di polveri, mediante l’utilizzo di rilevatori deposimetrici. Questo consentirebbe anche di valutare l’effetto di ricadute sull’area in caso di eventi non previsti per anomalie nella gestione che possa dar luogo a rilasci di sostanze, che interesserebbero (come stimato anche dalla stessa azienda) gli ambienti esterni fino ad una distanza di 300-400 m”.

I Comitati osservano:
Normalmente le concentrazioni degli inquinanti provenienti dai camini degli inceneritori decrescono con l’aumentare della distanza. Pertanto, se a circa 300 metri dai camini (centraline n. 2-4) gli inquinanti superano i limiti, l’asilo nido e il resto del centro abitato, che si trovano entro questo raggio di azione, subiscono l’inquinamento. Ma è anche ragionevole ritenere che le abitazioni che si trovano a distanze inferiori dei 300 metri e soprattutto quelle poste a distanza di 50-100 metri dai camini debbano subire una esposizione agli inquinanti notevolmente superiore. Tutto ciò rende obiettivamente incompatibile l’Inceneritore della Engelhard/BASF con il territorio circostante.


RISCHIO INCIDENTE RILEVANTE

Nel maggio 2006 l’Istituto Superiore di Sanità (Prot. 05/05/2006 –0022888) su richiesta dell’ASL RMB del 14/06/2004 aveva appurato tra l’altro, su dati forniti dalla stessa Azienda, che “….Numerose sostanze classificate per la loro pericolosità, ed in larga parte comprese nell'allegato I al D. Lgs. 334/99, sono detenute ed utilizzate nelle attività condotte all'interno dello stabilimento.  Le sorgenti di pericolo identificate dallo studio di. sicurezza sono costituite dalle sostanze pericolose presenti all'interno dello stabilimento, come materie prime o disperse nei catalizzatori esausti da trattare, che possono essere complessivamente quantificate in circa 10 t di composti tossici, molto tossici e cancerogeni, in circa 120 t di liquidi estremamente e facilmente infiammabili, ed in oltre 60 t di sostanze pericolose per l'ambiente"

Gli estensori dello studio di sicurezza, redatto in forma definitiva nel Giugno 2005, hanno pertanto proceduto ad una valutazione di applicabilità del D.Lgs. 334/99 allo stabilimento, concludendo che, trattandosi di uno stabilimento per la produzione, trasformazione e trattamento di sostanze chimiche organiche ed inorganiche in cui sono presenti sostanze cancerogene e tossiche in quantità superiore alle soglie per esse indicate nel DPR 175/88, lo stesso rientra nel campo di applicazione dell'Art. 5 comma 3….. Conseguentemente, il gestore è tenuto a:

a) redigere, e presentare alle Autorità Regionali ed al Prefetto competenti, una relazione che, seguendo i principi del DPCM 31/3/89, fornisca informazioni inerenti al processo produttivo, alle sostanze pericolose presenti, alla valutazione dei rischi di incidenti rilevante, all'adozione di misure di sicurezza appropriate ed alle altre tematiche previste dal menzionato art. 5 comma 3;

b) compilare, e presentare alle Autorità Regionali ed al Prefetto competenti, la scheda di informazione sui rischi di incidente rilevante per i cittadini ed i lavoratori riportata all'Allegato V del D .Lgs. 334/99;

c) predisporre il piano di emergenza interno secondo le specificazioni riportate all'art. 11 del medesimo Decreto legislativo.

L'entrata in vigore del D.Lgs. n. 238 del 21 settembre 2005 che modifica il D.Lgs. 334/99, avvenuta nel corso della valutazione; ha però abrogato il comma 3 dell'art. 5, ponendo quindi lo stabilimento fuori dal campo di applicazione del D.Lgs. 334/99….”. Pertanto l’intervento delle Autorità in merito a questo rischio della popolazione è rimandato alla “….applicazione integrale del D.Lgs. 59/2005, che include la prevenzione degli incidenti e la limitazione delle loro conseguenze tra i principi dell' autorizzazione integrata ambientale” 

Indagine dell’Istituto Superiore di Sanità sui rischi ambientali della Engelhard srl (file.pdf  236 kb)


INDAGINI EPIDEMIOLOGICHE SULLA POPOLAZIONE


Il 16 settembre 2003 il Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, ASL RME, comunicava al SISP della ASL RMB i risultati di una analisi sulla mortalità per causa della zona di Settecamini – Case Rosse dal 1987 al 2001. La popolazione alla data del 2001 era pari a 16.076 residenti. Tale analisi evidenziava negli uomini una mortalità per tumori (Tab. 2) del 30% superiore rispetto all’atteso (6)

 
Tab 2 - ANALISI DELLA MORTALITÀ PER CAUSA TRA LA POPOLAZIONE MASCHILE RESIDENTE NELLA ZONA URBANISTICA DI SETTECAMINI-CASE ROSSE, ANNI 1987-2001 (Elab.)

TUMORI

n° casi

osservati

n° casi

attesi

n° casi differenza

variazione %

Laringe

2

2,06

-0,06

-3%

Esofago

4

1,4

2,6

+186%

Stomaco

9

7,39

1,61

+22%

Trachea-Bronchi-Polmoni

58

36,081

21,919

+61%

Linfatico ematopoietico

16

9,5

6,5

+68%

Encefalo

6

2,76

3,24

+82%

Non Hodgkin

9

3,13

5,87

+188%

Leucemia

6

4,39

1,61

+37%

Altri Tumori

39

41,64

-4,64

-6,3

TUTTI I TUMORI

149

114,66

34,34

+30%

 
In base a questi risultati, ed in particolare all’eccesso di mortalità per tumori polmonari e linfomi non Hodgkin, il Direttore del Dipartimento di Epidemiologia suggeriva un approfondimento per valutare la fattibilità di indagini epidemiologiche di coorte tra i lavoratori della Engelhard e nell’area interessata

L’approfondimento del Dipartimento di Epidemiologia RME sui casi di linfomi non-Hodgkin svolto in occasione della nuova indagine sulla popolazione (vedi dopo) ha confermato la validità di 8 casi su 9. 

Tra le cause di insorgenza dei linfomi non-Hodgkin descritte in letteratura sembra che siano prevalenti quelle ambientali, compresa la residenza in prossimità di impianti industriali e di inceneritori di rifiuti. In questo caso 7 su 8 deceduti per linfoma non-Hodgkin risiedevano entro 1-2 Km dallo stabilimento Engelhard. Tuttavia gli Autori concludono che “Le evidenze di letteratura su una possibile associazione tra residenza in aree industriali ed aumento dell’incidenza di linfomi non-Hodgkin sono ad oggi limitate. I risultati della presente indagine non consentono di evidenziare una relazione di tipo causale tra l’eccesso di queste patologie e gli impianti industriali presenti nell’area di Settecamini-Case Rosse”  (Indagini epidemiologiche sulla popolazione - file.pdf  590kb)

I Comitati osservano: 
Per quanto risultasse a molti inverosimile che la maggiore mortalità per tumori abbia interessato solo la popolazione maschile, si documenta la validità di questo fenomeno con i dati statistici italiani e europei come indicato dal WHO nelle tabelle seguenti: 

 Mortalità per tumore delle vie respiratorie in Italia, comparata tra uomini e donne (file.pdf  38 kb)
 Mortalità per tumore delle vie respiratorie in Europa, comparata tra uomini e donne (file.pdf  42 kb)

I Comitati osservano: 
In conclusione, la presente indagine, dopo l’approfondimento dei casi di linfomi non-Hodgkin, mantiene inalterata la sua validità con un incremento della mortalità per tumori negli uomini dal 1987 al 2001 del 29% (invece del 30%)

 
Su richiesta della ASL RMB (Prot. 1917/SISP del 24/05/03), il Dipartimento di Epidemiologia ASL RME, oltre ad approfondire l’eccesso di mortalità per linfomi non Hodgkin visto sopra, ha ritenuto opportuno avviare una nuova indagine estendendo l’area in studio alle sezioni di censimento entro 3 Km dallo stabilimento Engelhard per il periodo 1987-2004 (Tab. 5)

 Tab. 5 - INDAGINE Epidemiologica nella Popolazione residente nel raggio di 3 Km dalla Engelhard

per causa di morte -Uomini (anni 1987-2004)

DATI SIGNIFICATIVI: (elaborazione)

CAUSA DI MORTE

n° casi

osservati

n° casi

attesi

SMR

variazione %

Non-Hodgkin

14

9,8

1,43

+43%

Tumore dell’Encefalo

12

8,39

1,43

+43%

Tumore allo stomaco

33

23,74

1,39

+39%

Tumore della pleura

3

1,29

2,32

+132%

Trachea,Bronchi,Polmoni

141

119,5

1,18

+18%

I Comitati osservano: 
In questa nuova indagine sono stati esclusi dall’analisi i dati relativi al centro abitato di Setteville di Guidonia, che conta circa 10.000 abitanti, dista 2.000 metri dallo stabilimento, ed esiste da 40 anni. Invece sono stati inclusi gli abitanti di alcuni quartieri posti al limite estremo della distanza dei 3 km e, in aggiunta, edificati in tempi recenti

I Comitati osservano: 
In conclusione questa scelta metodologica mina alle radici i risultati di questa seconda indagine che non deve quindi essere utilizzata dalla ASL RMB per definire la mortalità per causa della popolazione residente ma si deve limitare ad un uso prettamente accademico (vedi anche elaborazioni per livello socio-economico). Tra l’altro gli stessi Autori pongono dei limiti allo studio sottolineando “la bassa potenza statistica legata alla numerosità della popolazione esposta ed ai piccoli numeri degli eventi considerati e i possibili errori di classificazione che derivano dall’uso della residenza anagrafica al momento del decesso come indicatore dell’esposizione. Inoltre, è da tenere presente che la mortalità è un indicatore poco sensibile a variazioni della morbosità per effetto di esposizioni recenti: esiste infatti un lungo periodo di latenza tra esposizione a sostanze cancerogene, comparsa di neoplasie e mortalità per tali condizioni” 

 Indagini epidemiologiche sulla popolazione (file.pdf  590kb)



STUDIO SULLA MORTALITA' DEI LAVORATORI DELLA ENGELHARD SRL

La ASL RMB ha condotto uno studio sulla mortalità dei lavoratori della Engelhard avvalendosi della consulenza dell’Istituto Superiore di Sanità e del Dipartimento di Epidemiologia della ASL RME. L’analisi di mortalità è stata condotta su 642 uomini che hanno lavorato presso la Engelhard dal 1956 al 31/12/93, con lo scopo di garantire una durata minima di follow-up di 10 anni. I risultati indicano una diminuita mortalità per tutte le cause e un aumento della mortalità per tumore dell’encefalo, per cirrosi epatica e per ipertensione (Tab. 6). Gli Autori commentano la diminuita mortalità per tutte le cause con il fenomeno definito “Effetto Lavoratore Sano” che può essere spiegato con processi selettivi e auto selettivi all’accesso al lavoro che selezionano i soggetti con un migliore stato di salute.  

Tab. 6 – STUDIO DI MORTALITA’ NEI LAVORATORI DELLA ENGELHARD (operai compresi)

DATI SIGNIFICATIVI: (elaborazione)

CAUSA DI MORTE

n° casi

osservati

n° casi Attesi

Regione Lazio

SMR

variazione %

Tumore dell’Encefalo

4

0.8

5,24

+400%

Cirrosi Epatica

7

2,5

2,74

+180%

Ipertensione

5

2,3

2,2

+117%

Gli Autori rinunciano ad interpretare in termini causali gli incrementi di mortalità per i tumori dell’encefalo e per la cirrosi epatica con due motivazioni: 1) La mancanza in letteratura di studi di coorte relativi a insediamenti analoghi; 2) Lo studio non è stato condotto sulla base di definite ipotesi eziologiche a priori ma solo nell’ambito di un processo di caratterizzazione di un sito potenzialmente inquinato.

Gli Autori riportano nello studio diverse citazioni di letteratura con le cause possibili. In particolare per il tumore dell’encefalo indicano per prima “l’esposizione a radiazioni ionizzanti è l’unico fattore di rischio accertato per il tumore dell’encefalo…” seguono molte altre citazioni con numerosi fattori di rischio potenziali

I Comitati osservano: 
L’eccesso di tumori dell’encefalo trova conferma anche nell’indagine tra la popolazione. Questa evidenza suggerisce ulteriori approfondimenti anche considerando che sono numerosi i casi di malattia della tiroide tra la popolazione di Case Rosse, Settecamini e Setteville oltre ai tumori della tiroide in età giovanile.

I Comitati osservano: 
U
no studio di mortalità di una coorte professionale in un sito industriale ad alto rischio di inquinamento, come nel caso dell’inceneritore, ha il compito di approfondire tutti gli aspetti investigativi, soprattutto quando si vuole assegnare ad esso rilevanza ai fini della epidemiologia sulla popolazione. In particolare per questo studio, richiedono una definizione i 20 soggetti persi al follow-up, considerati vivi (ma è più probabile che siano morti se non sono stati rintracciati). Inoltre devono essere definiti anche i 5 decessi con causa mancante. Sui piccoli numeri, come gli 85 decessi per tutte le cause e i 20 decessi per tumore, anche pochi casi in più di morti accertati o di tumore possono essere determinanti soprattutto se si trattasse di tumori al cervello o di linfomi non Hodgkin, come nel caso in esame.

Gli Autori, nell’introduzione, attribuiscono a questo studio valenza di “…elemento centrale ai fini della valutazione complessiva per i rischi per la salute presenti in una determinata area”. I Comitati osservano tuttavia che la diminuita mortalità per tutte le cause emersa dallo studio di mortalità tra i lavoratori non esclude a priori eventuali effetti negativi dello stabilimento sulla salute della popolazione circostante certamente meno protetta e più esposta rispetto ad essi per età, sesso e altre patologie. Per questo l’aumentata mortalità per tumori riscontrata tra la popolazione richiede ulteriori approfondimenti anche se, secondo gli Autori, non è stato evidenziato negli studi alcun nesso causale con lo stabilimento della Engelhard.

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Il 23 novembre 2006, a seguito della petizione presentata al Parlamento Europeo, il cui iter è disponibile in un documento riassuntivo sul sito del Parlamento Europeo (
Relazione della Commissione Europea sulla Petizione dei Comitati - file  pdf  136kb), alcuni membri della Commissione Europea per l’Ambiente hanno ritenuto opportuno incontrare i Comitati a Case Rosse. In tale occasione essi hanno effettuato un sopralluogo nell’area intorno alla Engelhard / Basf esprimendo la loro netta contrarietà e meraviglia sulla presenza delle costruzioni attigue allo stabilimento con la frase lapidaria “Non possono costruire qui
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