La NIECO
http://www.nieco.it/



A poca distanza dalla BASF/ex Engelhard, in Via Amaseno n. 46,  è presente un'altra Azienda  Chimica: la NIECO Spa.
Nel suo sito web la Nieco si definisce così: "Nel centro Italia, dal 1997, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti speciali, anche quelli pericolosi, viene garantito dall'azienda “Nuove Iniziative Ecologiche” (N.I.ECO S.p.A.). Fanno parte della sua rete di raccolta oltre 13.000 produttori tra imprese, Enti e Amministrazioni territoriali." "NIECO assicura la gestione dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, prodotti da imprese, Enti ed Amministrazioni locali."

Il 19 aprile 2004 il Commissario ai rifiuti della Regione Lazio, Marco Verzaschi, rinnovava l'autorizzazione a trattare e smaltire in Via Amaseno, 46 - Roma, 18.000 tonnellate/anno di rifiuti pericolosi con uno stoccaggio istantaneo di ben 1.300 tonnellate sempre di rifiuti pericolosi. I COMITATI hanno evidenziato i punti critici dell'autorizzazione (indicati in rosso) nel seguente documento

Autorizzazione della Regione Lazio del 19 aprile 2004 alla NIECO Spa (file pdf  1,16 Mb)

Il 3 ottobre 2003 la Provincia di Roma rinnovava la sua Autorizzazione relativa alle emissioni in atmosfera dovute alle operazioni di recupero e smaltimento di alcuni rifiuti della Nieco.  

Solo nel 2007
i Comitati erano venuti a conoscenza della presenza della NIECO in Via Amaseno, 46, e solo allora hanno scoperto che:
1) Le emissioni in atmosfera autorizzate dalla Provincia, contrariamente a quanto avveniva con la Basf/Engelhard, erano minime, controllate e comunque i trattamenti non avvenivano a temperature elevate. Quindi per le emissioni in atmosfera, potevamo stare tranquilli.
2) Invece la grande preoccupazione scaturiva dalle
enormi quantità di rifiuti pericolosi trattati nello stabilimento, 18.000 ton/anno, e soprattutto dallo stoccaggio temporaneo autorizzato per i rifiuti pericolosi che era di 1.300 tonnellate che rappresentavano un grosso rischio in caso di incidente non solo per l'ambiente ma anche per la popolazione vicina.  Ci chiedemmo allora se le Autorizzaioni della Regione avessero tenuto conto del territorio densamente abitato ai fini del DLgs 334/99, (Rischio incidente rilevante o Seveso 2) e della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) o Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA) o se fosse prevista una Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA). Tra l'altro, la vicinanaza dello stabilimento BASF/Engelhard avrebbe dovuto tener conto di un eventuale effetto "Domino" in caso di incidente.
Tutti questi dubbi sono rimasti fino ad oggi senza risposta anche perchè le richieste di accesso agli atti inviate allora alla Regione Lazio sono state ignorate, come risulta dalla seguente documentazione dei Comitati:

Richieste di documentazione alla Regione Lazio con regolare Accesso agli Atti rimaste senza rispèosta (file pdf  25,5 Kb)


Il 12 Luglio 2014 alle 22 di sera scoppia un grosso incendio in Via Amaseno, stranamente la stampa non riporta il nome dell'Azienda, ma si limita a dire che è andato a fuoco un deposito di olio combustibile. Eppure viene riportato che ci sono volute ben nove ore per domare l'incendio e che sono accorse ben quattordici squadre dei vigili del fuoco, per un totale di 40 uomini. Sono state segnalate dai residenti molte esplosioni, causate dal materiale presente sul posto, in particolare filtri e cassoni di oli esausti. Le fiamme, molto alte, erano visibili da quartieri anche molto distanti.
I Comitati, sapendo bene che in via Amaseno l'unica Azienda che tratta oli esausti è la NIECO, hanno preparato subito un Comunicato Stampa per denunciare che il pericolo temuto ben sette anni prima si era concretizzato: un incidente di vaste proporzioni. Per fortuna, come ammette lo stesso dirigente della NIECO, l'incendio non ha interessato i due grandi serbatoi fuori terra (di 300 m3 ciascuno), altrimenti riteniamo che il disastro sarebbe stato enorme e i danni a persone e cose incalcolabili. Immaginate 600 m3 di liquidi infiammabili che si riversano per strada prendendo fuoco?
In ogni caso l'incendio ha provocato un grande inquinamento ambientale dovuto alle sostanze tossiche emesse nell'aria, che, ci auguriamo, gli organi competenti siano in grado di identificare dal momento che la Nieco è autorizzata a trattare anche gli oli dei trasformatori che contengono PCB, cancerogeno persistente.
Nel seguente file sono disponibili alcuni link di articoli che la stampa ha dedicato all'avvenimento, prima e dopo l'identificazione della NIECO:

Link ad alcuni articoli di stampa che hanno riportato l'incendio della Nieco (file pdf  25,5 Kb)

Con l'occasione abbiamo voluto prendere visione delle nuove autorizzazioni concesse successivamente alla NIECO e che hanno sostanzialmente rinnovato in toto quelle precedenti. In particolare sono state mantenute inalterate le quantità totali di rifiuti pericolosi da recuperare e smaltire, 18.000 ton./anno, e le 1.300 tonnellate del deposito istantaneo.

Autorizzazione della Regione Lazio del 23 dicembre 2008 alla NIECO Spa della durata di 10 anni  (file pdf  1,16 Mb)

Il grave episodio dell'incendio ci costringe a far mettere in discussione le autorizzazioni concesse, a far valutare la congruità del CPI (Certificato Prevenzione Imcendi) dei Vigili del Fuoco e, soprattutto del Rischio Incidente Rilevante, alle cui norme riteniamo che la NIECO debba rientrare, in considerazione dello stoccaggio istantaneo di 1300 tonnellate di rifiiuti pericolosi, tra l'altro infiammabili, della sua vicinanza al centro abitato ed allo stabilimento BASF, che, anch'esso per lo stoccaggio di elevate quantità di sostanze chimiche tossiche e pericolose è esposto ad un effetto "Domino".
Ci auguriamo che la Magistratura, dopo questo grave incidente, voglia verificare la validità delle Autorizzazioni concesse alla NIECO, compresa l'opportunità di una sua delocalizzazione.